Riceviamo e pubblichiamo il testo di Luciano .
Istanbul è un'emozione, grande; e ancora più grande è arrivarci a vela, con la propria barca, dopo aver condiviso con lei centinaia e centinaia di miglia. Il profilo della città si disegna in controluce, alternando la sagoma squadrata dei grattacieli ai minareti snelli delle moschee, man mano che ci si avvicina al Bosforo.
La mano salda al timone e gli occhi che alternano sguardi oltre la prua e allo schermo dell'AIS, per evitare abbordi con l'infinito numero di cargo e traghetti che solcano queste acque.
La corrente, sempre in uscita dallo stretto, è un ulteriore elemento da considerare, unitamente al vento, il Meltemi o Poyraz come lo chiamano i turchi, che soffia anch'esso in direzione contraria durante i mesi estivi.
Amo navigare verso le grandi città, sento in bocca il sapore della vita che pulsa, della storia che le ha rese ciò che sono. A Istanbul, poi, mi sento ormai di casa e l'ospitalità delle persone che la abitano rende tutto ancora più piacevole.
Alla via così!